Mariachiara Play 2025
- 15 mar
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Salgono a due le edizioni del Mariachiara Play, la mezza giornata dedicata al gioco da tavolo promossa dalle nostre scuole. Ricalcando le orme del “Play - Il Festival del Gioco”, la famosa convention che dal 2008 riunisce giocatori di tutte le età, questa piccola iniziativa offre ai ragazzi della Istruzione Familiare Mariachiara la possibilità di trascorrere una mattinata assai diversa dal solito. Ad essere al centro infatti, non è più la didattica tradizionale, ma il concetto stesso di “gioco”, il cui valore educativo e sociale è stato riscoperto dal grande pubblico soprattutto negli ultimi anni.
Niente cartelle pesantissime né ansia da interrogazione, stavolta. Tutto quello che serve è la voglia di divertirsi in modo sano insieme agli altri. I banchi vengono liberati da astucci e diari per fare spazio a tabelloni, dadi, libretti di istruzioni e miniature. Italiano, scienze e matematica vengono sostituiti da Zombiecide, Ticket To Ride, Citadels, Dungeons&Dragons e chi più ne ha più ne metta. A salire “in cattedra” non sono più i prof, ma i tutor (da quest’anno, equipaggiati con tanto di badge!): veterani dal cuore nerd, spesso ex-alunni, che mettono a disposizione la loro passione e le loro conoscenze, oltre che decine di scatole di tutti i tipi, per far divertire i ragazzi, aiutarli a interagire tra loro, spingerli a provare ciò che non conoscono e, in ultima analisi, a mettersi letteralmente “in gioco”. Vietato stare a guardare! Che sia da tavolo, di carte, oppure di ruolo, l’importante è scegliere una scatola, radunare qualche amico, e cominciare a GIOCARE.
Dopo pochi minuti le aule si trasformano: diventano teatro di grandi battaglie fra carri armati colorati, dungeon labirintici pieni di mostri assetati di sangue, cittadine polverose in cui sceriffi e fuorilegge si affrontano in duelli all’ultima pallottola… Ovunque risuonano risate, urla, tiri di dado, fruscio di fogli, le proteste degli sconfitti e la gioia dei vincitori. Alla fine, quando l’adrenalina scende e arriva il momento di inscatolare tutto e tornare a casa, nel cuore restano due cose: la meraviglia di aver giocato insieme e il desiderio di non smettere mai di farlo.
“Non si smette di giocare perché si invecchia. Si invecchia perché si smette di giocare.”(George Bernard Shaw)
Jacopo Azzimondi