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Una mattinata all’Istituto Garibaldi di Reggio Emilia

Aggiornamento: 26 ago

L’istituto Garibaldi di Reggio Emilia è una istituzione educativa che dal 1883 opera a favore dell’educazione e dell’integrazione dei bambini e ragazzi minorati della vista. L’obiettivo è quello di armonizzare il potenziale residuo dei disabili visivi, favorendone l’integrazione sociale e lo sviluppo di specifiche competenze.

Chi sono i minorati visivi?

Per minorazione visiva si intende una riduzione più o meno grave della funzione sensoriale che consegue un danno avvenuto a carico dell’apparato visivo.

Il percorso per ciascun individuo è personalizzato, la durata è varia ma si conclude con l’acquisizione del diploma di maturità. La cura educativa mette al centro la persona e non la singola area colpita da disabilità. Bambini e  ragazzi svolgono un percorso che coinvolge e integra tutte le aree per una corretta crescita globale.

Spesso gli insegnanti non hanno le competenze per seguire alunni con disabilità visive, per questo motivo nascono queste istituzioni, specializzate nell’ambito.

Ciascuna di queste offre una ricca gamma di mezzi e materiali didattici aperti all’utilizzo di utenti minorati; la funzione visiva è uno strumento di interazione con la realtà ed è privilegiato rispetto ad altri canali sensoriali per la precocità dei suoi processi di sviluppo ma anche per le sue caratteristiche funzionali.

La disabilità visiva congenita precoce interferisce su numerose aree di sviluppo: la percezione è il processo attraverso cui traiamo informazioni sul mondo in cui viviamo, si tratta di una elaborazione cognitiva dei dati sensoriali.

Per agevolare i minorati sono state introdotte diverse cose tra cui cellulari con voice over, tastiere braille, stampanti braille e diverse tipologie di laptop.

Gli istituti ciechi nascono dunque perché la legge non prevedeva che i disabili visivi potessero accedere alla scuola, ciò che risultava essere poco chiaro è che la disabilità sensoriale non comporta alcuna disabilità cognitiva, questa idea nasce dall’importanza che ciascuno attribuisce alla vista. L’istituto nasce per aiutare i ciechi ad essere persone autonome e più sensibili (in tutti i sensi) rispetto ai vedenti.

Ci ha colpito moltissimo l’autonomia dei minorati visivi, la loro capacità di adattarsi alla realtà nonostante le loro condizioni. Ci è stato spiegato come si sentano “offesi” nel momento in cui vengono definiti e rappresentanti come eroi, si ritengono persone normali, ma crediamo che siano molto di più. Sono perseveranti, estremamente intelligenti e soprattutto attenti, capaci di vedere il mondo come in realtà noi non lo vediamo.



Britta Uzoma e Martina Alberti

Classe IV Liceo San Gregorio Magno

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